Maternità Surrogata: Nuova Legge sul Reato Universale in Italia e Profili di Incostituzionalità
27 Ott, 2024 Aree di Competenza Diritti Umani, Diritto Penale, Famiglie Omosessuali, Genitorialità, Gestazione Per Altri, Legge40/2004, MaternitàSurrogata, Procreazione Assistita, Reato Universale, Turismo ProcreativoLa recente approvazione del DDL n. 824 avente ad oggetto “Modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano“, rende la maternità surrogata un reato universale.
La modifica rappresenta una svolta significativa nel diritto penale italiano, con impatti rilevanti su libertà individuali e diritti fondamentali.
Con il voto favorevole del Senato del 16 ottobre 2024, è stato stabilito che i cittadini italiani che ricorrono alla surrogazione di maternità all’estero saranno perseguibili penalmente al loro rientro in Italia.
Questa disposizione si applica anche nei casi in cui la pratica sia legale nel Paese straniero.
Reato Universale
Questa legge introduce così il concetto di reato universale applicato alla maternità surrogata, un’estensione giuridica straordinaria con significative implicazioni nel diritto penale italiano e internazionale.
Essa richiede un approfondimento sul principio del reato universale e sulle implicazioni della pratica della maternità surrogata, vista la sua complessità etica e giuridica.
Il testo si compone di un unico articolo, ai sensi del quale al comma 6 dell’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40 – rubricato “Divieti generali e sanzioni” – è aggiunto il seguente periodo: “Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”.
Il Principio di Universalità nel Diritto Penale
Il concetto di “reato universale” si riferisce alla possibilità per uno Stato di perseguire determinati crimini anche quando commessi al di fuori del proprio territorio nazionale.
Generalmente, il diritto penale si basa sul principio di territorialità, per cui un Paese punisce soltanto i reati commessi al suo interno.
Tuttavia, esistono eccezioni per crimini particolarmente gravi, come genocidio, crimini di guerra, torture e traffico di esseri umani, che richiedono attenzione specifica a livello internazionale.
Questi crimini sono considerati violazioni dei diritti umani fondamentali e costituiscono gravi minacce alla sicurezza internazionale, giustificando così l’applicazione del principio di universalità.
In tali casi, uno Stato può applicare il principio di universalità, perseguendo il reato indipendentemente dal luogo e dalla nazionalità di chi l’ha commesso.
Con l’introduzione del reato universale per la maternità surrogata, l’Italia estende questo principio ai cittadini italiani che ricorrono a tale pratica all’estero.
Questa normativa include una tipologia di reato che non è universalmente riconosciuta come tale, creando così un precedente significativo nel diritto penale italiano.
Maternità Surrogata
La maternità surrogata è una tecnica di procreazione assistita attraverso la quale una donna, definita gestante, porta avanti una gravidanza per conto di altre persone.
Queste persone, che hanno commissionato la gravidanza, diventeranno i genitori del bambino, assumendo così i diritti e le responsabilità genitoriali una volta nato.
Questa pratica si divide in due tipologie principali:
- surrogazione tradizionale: la gestante utilizza il proprio ovulo, diventando quindi madre genetica del bambino;
- surrogazione gestazionale, invece, la gestante non ha legami genetici con il neonato, poiché l’embrione è creato con i gameti dei futuri genitori o di donatori terzi.
La “gestazione per altri” è consentita e regolamentata in numerosi Paesi, permettendo alle coppie di accedere legalmente a questa pratica di procreazione assistita.
In Italia, però, è vietata dalla Legge 40/2004, che impone severe sanzioni a chiunque realizzi, organizzi o pubblicizzi la maternità surrogata.
Nonostante il divieto, molte coppie italiane ricorrevano finora alla maternità surrogata all’estero, aggirando così le restrizioni nazionali.
Le novità della legge sulla maternità surrogata
La nuova legge introduce tre novità principali:
- estende la punibilità del reato oltre i confini nazionali: la legge consente di perseguire penalmente in Italia i cittadini italiani che ricorrono alla maternità surrogata in Paesi esteri, anche dove è legale, contrastando così il “turismo procreativo”.
- aumenta le sanzioni per i cittadini italiani coinvolti: la normativa introduce pene severe, con reclusione e multe da 600.000 a un milione di euro per chiunque, cittadino italiano, commissioni la maternità surrogata all’estero.
- prevede tutele per i minori nati tramite maternità surrogata: sebbene la legge miri a prevenire lo sfruttamento e la mercificazione del corpo femminile, pone l’accento sulla tutela dei diritti del minore nato da tale pratica, cercando di evitare discriminazioni o problemi nella registrazione anagrafica una volta tornato in Italia.
Profili di illegittimità costituzionale
La legge presenta vari aspetti che potrebbero risultare in contrasto con i principi costituzionali, evidenziando almeno tre profili di presunta incostituzionalità.
In primo luogo, viola il principio della doppia incriminazione: questo principio stabilisce che un reato commesso all’estero può essere punito solo se è riconosciuto come tale sia nel Paese in cui è stato commesso sia in Italia.
La nuova legge, perseguendo un reato che è legale in molti Paesi, sembra infrangere questo principio, creando difficoltà sia sul piano giuridico sia su quello dell’applicabilità.
In secondo luogo, compromette un diritto fondamentale della persona alla costituzione di una famiglia indipendentemente dalle condizioni personali, limitando la possibilità di ricorrere a una pratica che per alcuni è l’unico mezzo per avere figli.
Questa restrizione è vista da molti come una violazione del diritto alla genitorialità e all’autodeterminazione, riconosciuti dalla Costituzione.
Infine, il contenuto appare discriminatorio verso specifiche categorie, in particolare le famiglie omosessuali maschili, per cui la surrogazione rappresenta spesso l’unica possibilità di avere figli biologici.
Inoltre, la normativa penalizza individui con problemi di salute che impediscono di affrontare una gravidanza, limitando così l’accesso alla genitorialità a queste categorie.
Tale discriminazione potrebbe configurare una violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.
Critiche e Problemi di Applicabilità
La legge sta sollevando numerose critiche, sia per la sua efficacia sia per i risvolti etici e giuridici.
Uno dei principali problemi applicativi riguarda la mancanza di collaborazione obbligatoria da parte dei Paesi in cui la maternità surrogata è legale.
Identificare e perseguire i cittadini italiani che utilizzano questa pratica all’estero potrebbe risultare complesso.
Inoltre, il principio di universalità si applica tradizionalmente a crimini di gravità estrema, come genocidio o tortura, considerati minacce fondamentali ai diritti umani.
Alcuni giuristi dubitano della legittimità costituzionale dell’estensione di tale principio alla maternità surrogata, che rimane una pratica non universalmente condannata o vietata.
Impatto sui Minori
Una delle preoccupazioni principali riguarda i bambini nati tramite maternità surrogata all’estero, che potrebbero trovarsi in una situazione di vulnerabilità legale.
La normativa non prevede un meccanismo di protezione chiaro per questi minori, che rischiano di essere privati del riconoscimento legale di un genitore.
Questa lacuna potrebbe avere conseguenze significative sui loro diritti e sul loro status familiare, generando incertezze giuridiche e potenziali discriminazioni nella loro vita quotidiana.
Questa situazione potrebbe configurare una nuova forma di discriminazione verso i minori, distinti dagli altri bambini per il metodo della loro nascita.
Proposte Alternative
Alcune associazioni e gruppi politici, come l’Associazione Luca Coscioni, propongono una regolamentazione alternativa, ovvero la legalizzazione della maternità surrogata solidale senza scopo di lucro.
Tale proposta mira a garantire il rispetto della dignità della gestante e a tutelare i diritti del bambino, stabilendo una cornice normativa chiara e etica.
La regolamentazione interna, sostengono i promotori di questa proposta, potrebbe evitare i rischi di sfruttamento e garantire alle parti coinvolte una protezione legale e sanitaria.
L’introduzione del reato universale per la maternità surrogata solleva molteplici interrogativi riguardo alla sua efficacia, applicabilità e costituzionalità, suscitando anche un acceso dibattito sulla discriminazione delle famiglie omosessuali e dei minori coinvolti.